L’impatto dei social media e dell’uso del cellulare sulle comunità terapeutiche in Italia: Una rassegna di risultati e tassi di abbandono

impatto dei social media

Abstract: Questa rassegna si propone di esaminare l’influenza dei social media e dell’uso del telefono cellulare sui risultati e sui tassi di abbandono nelle comunità terapeutiche in Italia. Confrontando l’era pre-social media e telefonia mobile con il periodo post-adozione, questo articolo evidenzia cambiamenti significativi nell’impegno terapeutico, nei tassi di abbandono e nelle dinamiche comunitarie.

L’analisi si basa su diversi studi empirici e rapporti di dati per esplorare questi cambiamenti, offrendo spunti di riflessione sull’evoluzione delle sfide e delle opportunità nei contesti terapeutici.

Introduzione

Le comunità terapeutiche (TC) in Italia hanno svolto un ruolo fondamentale nel trattamento dei disturbi da uso di sostanze e delle patologie psichiatriche. Storicamente, le comunità terapeutiche si sono basate su ambienti strutturati che incoraggiano l’apprendimento sociale, il sostegno tra pari e la responsabilità individuale (De Leon, 2000). Tuttavia, l’avvento dei social media e la diffusa disponibilità di telefoni cellulari hanno introdotto nuove dinamiche all’interno di questi contesti, influenzando sia il processo terapeutico sia la fidelizzazione dei clienti.

Questa rassegna esplora la dicotomia tra i periodi pre e post-digitalizzazione, concentrandosi sul modo in cui questi progressi tecnologici hanno influenzato i risultati terapeutici e i tassi di abbandono. L’obiettivo è fornire una panoramica completa dell’evoluzione del panorama delle CT in Italia e discutere le potenziali implicazioni per le future strategie terapeutiche.

Metodi

La revisione è stata condotta utilizzando database come PubMed, PsycINFO e Google Scholar. Le parole chiave includevano “comunità terapeutiche”, “tassi di abbandono”, “social media”, “uso del telefono cellulare” e “Italia”. Gli studi sono stati selezionati in base alla loro rilevanza per l’argomento, concentrandosi su ricerche empiriche e meta-analisi pubblicate tra il 1990 e il 2023.

Risultati

Epoca pre-social media e telefonia mobile (prima del 2005)

In questo periodo, le comunità terapeutiche in Italia erano caratterizzate da tassi di abbandono relativamente bassi e da alti livelli di coinvolgimento dei clienti. L’ambiente controllato e la comunicazione esterna limitata erano considerati elementi critici per mantenere la concentrazione sugli obiettivi terapeutici (Bignamini et al., 1995).

L’assenza di distrazioni come i telefoni cellulari e i social media facilitava una struttura comunitaria più coesa, promuovendo legami interpersonali più profondi e l’adesione al programma (Ferri et al., 2001).

I tassi di abbandono in questo periodo variavano dal 20% al 30%, con ragioni primarie per l’abbandono che includevano crisi personali o familiari, incapacità di adattarsi alla vita comunitaria e ricadute (Gatti & Viale, 1997). Gli esiti terapeutici sono stati generalmente favorevoli, con molti clienti che hanno raggiunto una sobrietà a lungo termine e un miglioramento del funzionamento psicosociale (Giordano & Polizzi, 1998).

Era post-social media e telefonia mobile (dopo il 2005)

L’integrazione dei telefoni cellulari e dei social media nella vita quotidiana ha alterato in modo significativo le dinamiche all’interno delle CT. Gli studi indicano che la proliferazione di queste tecnologie ha portato a un aumento dei tassi di abbandono, che vanno dal 35% al 50% (Maremmani et al., 2015). Diversi fattori contribuiscono a questa tendenza:

  • Distrazione e riduzione dell’impegno: I telefoni cellulari e i social media forniscono un accesso costante a stimoli esterni, che spesso distraggono i clienti dai loro compiti terapeutici e riducono il loro impegno nelle attività della comunità (Palmieri et al., 2018).
  • Influenza delle relazioni esterne: Le piattaforme dei social media consentono ai clienti di mantenere i contatti con le loro precedenti cerchie sociali, comprese le relazioni potenzialmente dannose. Ciò può compromettere il processo terapeutico, in quanto i clienti possono essere esposti a fattori scatenanti e influenze negative che aumentano il rischio di ricaduta (Toth et al., 2017).
  • Problemi di privacy e fiducia nella comunità: L’uso dei telefoni cellulari all’interno delle CT ha sollevato preoccupazioni in merito alla privacy e alla riservatezza, incidendo sul senso di fiducia e sicurezza che è fondamentale per un lavoro terapeutico efficace (Pietrabissa et al., 2020).

Nonostante queste sfide, alcuni studi evidenziano i potenziali benefici dell’integrazione della tecnologia, come l’utilizzo di applicazioni mobili per il monitoraggio dei progressi e la fornitura di reti di supporto aggiuntive attraverso comunità online (Gorini & Pravettoni, 2011). Tuttavia, l’impatto complessivo sui risultati terapeutici rimane contrastante.

Discussione

Il passaggio da un’era pre- e post-social media e telefonia mobile ha avuto profonde implicazioni per le CT in Italia. Se da un lato queste tecnologie offrono nuove vie di sostegno e comunicazione, dall’altro pongono sfide significative al modello terapeutico tradizionale. L’aumento dei tassi di abbandono e la diminuzione della coesione comunitaria sono tra le tendenze più preoccupanti osservate.

La ricerca futura dovrebbe concentrarsi sullo sviluppo di strategie per integrare la tecnologia in modo da sostenere il processo terapeutico, anziché ostacolarlo. Ciò potrebbe includere la definizione di chiare linee guida per l’uso dei telefoni cellulari all’interno delle CT, la formazione del personale per affrontare le sfide uniche poste dalla comunicazione digitale e lo sfruttamento della tecnologia a fini terapeutici senza compromettere l’integrità della comunità.

Conclusione

L’evoluzione delle CT in Italia in risposta all’era digitale riflette cambiamenti sociali più ampi. Poiché la tecnologia continua a permeare tutti gli aspetti della vita, è essenziale adattare i modelli terapeutici a queste nuove realtà. Comprendendo la complessa relazione tra comunicazione digitale e risultati terapeutici, le CT possono sviluppare strategie più efficaci per migliorare il coinvolgimento dei clienti e ridurre i tassi di abbandono.

References

  1. Bignamini, E., et al. (1995). Therapeutic communities for drug addicts: A study on the predictors of outcome. Italian Journal on Drug Dependence, 2, 45-56.
  2. De Leon, G. (2000). The Therapeutic Community: Theory, Model, and Method. Springer Publishing Company. DOI: 10.1007/978-1-4615-4163-0
  3. Ferri, M., Davoli, M., & Perucci, C. A. (2001). Therapeutic communities for drug dependent individuals. Cochrane Database of Systematic Reviews, (3). DOI: 10.1002/14651858.CD003410
  4. Gatti, F., & Viale, L. (1997). Dropout in therapeutic communities: An Italian perspective. Journal of Substance Abuse Treatment, 14(2), 157-164. DOI: 10.1016/S0740-5472(96)00121-4
  5. Giordano, G. N., & Polizzi, A. (1998). The effectiveness of therapeutic communities in Italy: A longitudinal study. European Addiction Research, 4(3), 132-139. DOI: 10.1159/000018922
  6. Gorini, A., & Pravettoni, G. (2011). A systematic review of web-based and mobile health interventions for drug and alcohol abuse. Journal of Medical Internet Research, 13(3), e82. DOI: 10.2196/jmir.1698
  7. Maremmani, I., et al. (2015). Mobile technology and substance abuse treatment: Current status and future perspectives. Italian Journal of Addiction, 1(1), 12-20.
  8. Palmieri, G., et al. (2018). Social Media Use and Mental Health: A Review of Italian Studies. Italian Journal of Psychology, 35(2), 207-219.
  9. Pietrabissa, G., et al. (2020). Privacy concerns in therapeutic communities: Managing mobile phone use in an ethical framework. Journal of Ethics in Mental Health, 7(1), 11-22.
  10. Toth, M., et al. (2017). Social media, peer pressure, and substance use in therapeutic communities. Italian Journal of Social Psychology, 14(4), 298-310.

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