Le generazioni post-digitali e l’uso di sostanze

generazioni post-digitali

Le generazioni post-digitali dell’era moderna, sono caratterizzate dall’uso massiccio di tecnologie digitali. Le generazioni nate e cresciute nell’ era internet e social media, note come nativi-digitali, affrontano sfide uniche. Tra queste, l’uso di sostanze e le dipendenze comportamentali emergono come problematiche sempre più rilevanti.

La Generazione Z e i Millennials sono esposti costantemente a contenuti digitali che, in molti casi, promuovono direttamente o indirettamente l’uso di sostanze. Queste generazioni, cresciute con internet, hanno sviluppato nuove dinamiche cognitive e sociali, che influenzano profondamente il loro rapporto con il mondo e con se stesse.

Le ricerche scientifiche mostrano ormai in maniera acclarata che l’uso di social media e la gratificazione immediata, che deriva dall’ interazione digitale, alterano i meccanismi di ricompensa del cervello, aumentando la vulnerabilità alla dipendenza. L’ uso digitale, come quello delle sostanze, attivano infatti percorsi neurali simili, rendendo questi comportamenti del tutto sovrapponibili su un piano neuro-biologico, nonché sintomatologico, e potenzialmente rinforzanti a vicenda.

Questi meccanismi, che attivano il sistema di ricompensa dopaminergico, sono peraltro particolarmente attivi durante l’adolescenza e la giovane età adulta, periodi di alta neuroplasticità, suggerendo che i nativi digitali quindi, sia per costrutto di funzionamento che per età, siano vulnerabili a entrambi i tipi di dipendenza: la continua esposizione a stimoli digitali e sostanze rafforza i percorsi di ricompensa, creando cicli compulsivi di comportamento.

Influenze culturali e sociali delle generazioni post-digitali

I nativi digitali sono motivati a usare sostanze per diverse ragioni, tra cui il miglioramento sociale, la gestione dello stress e la conformità. L’uso di droghe viene spesso visto come un modo per adattarsi socialmente o per migliorare le interazioni sociali, soprattutto in ambienti digitali dove il confronto sociale è costante.

I social media, inoltre, dove influencer e pari mostrano frequentemente l’uso di sostanze o comunque ne verbalizzano a riguardo senza posizioni critiche di tutela, agiscono come potenti modelli di riferimento. La cultura digitale moderna, prendendo come riferimento piattaforme come Instagram e TikTok, alimenta infatti percezioni distorte sulla normalità e l’accettabilità sociale dell’uso di sostanze. 

I giovani, esposti ripetutamente a tali contenuti, essendo le stesse piattaforme il collante sociale nel quale sviluppano le loro “relazioni”, sviluppano di conseguenza atteggiamenti più permissivi e meno consapevoli dei rischi associati alle droghe. Normalizzare questi comportamenti ha, ad esempio, portato ad abbassare la soglia d’ età di sperimentazione (l’età di iniziale utilizzo della cocaina si è abbassata raggiungendo età prossime ai 10 anni, in alcune casistiche).

Interventi e strategie preventive

Le strategie di intervento per affrontare l’uso di sostanze nelle generazioni digitali devono essere adattate ad un contesto che ad oggi deve essere riletto e valutato nella specificità della sua unicità. La Comunità Scientifica deve cominciare ad interrogarsi su progettualità di prevenzione primaria e secondaria che abbia target d’ intervento mirati, oltre che possa consentire un approccio in linea con il i criteri di funzionamento dei nativo-digitali, popolazione come nessuna, rispetto alle generazioni a lei precedenti, che può essere definita “addicted” proprio perché a rischio comportamentale a riguardo, oltre che per le sostanze.

La promozione della resilienza digitale e l’educazione all’uso consapevole delle tecnologie possono rappresentare approcci efficaci, ed è necessario che la ricerca trovi una metodologia che sappia integrare le evidenze scientifiche già in seno ad altre che, individuando interventi basati e/o costruiti sugli stessi device, riescano ad intervenire su aree di vulnus ad oggi fin troppo evidenti.

Di sicuro, appare inevitabile constatare che l’ integrazione di interventi educativi mirati e l’uso responsabile delle tecnologie digitali si rappresentino come fondamentali per ridurre l’impatto di queste problematiche. 


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